Lord of Xidit

Lo Smilzo, il Biondo e il Faina

Era l’alba di un nuovo giorno, e già il biondo mi guardava storto.

Per una di quelle circostanze dettate completamente dal fato, ci eravamo ritrovati tutti insieme, io, lui ed il faina.

Parcheggiati nella stessa taverna, ci occhiavamo torvi, ognuno cercando di capire le intenzioni degli altri: la sequenza di eventi che si sarebbe scatenata a seguito delle decisioni che avremmo preso da lì a poco poteva portare a risultati diametralmente opposti. Un classico gioco di programmazione, dove devi non solo pensare ad una sequenza di 6 mosse per te, ma anche cosa potrebbero fare i tuoi avversari in quelle sei mosse.

Sgranocchiando nervosamente una manciata di patatine troppo salate mi resi conto che la mappa mi presentava un “conundrum” spinoso: grazie al vantaggio della prima mossa potevo facilmente procurarmi i servigi dello smilzo, ma se volevo fare il colpaccio avrei avuto bisogno di soffiare al faina anche lo scannapapere.

Ma il faina non lo chiamano così per la sua barbetta insulsa, o quel sorrisetto snervante con cui mi stava fissando proprio in quel momento. Lo stesso sorrisetto di quando scopre di essere un Cylon a BSG, o di quando i miei Balkana resistono ai suoi missili nucleari come fossero pistole ad acqua.

Le regole sono semplici e costringono 3-5 giocatori a convivere su una mappa che solo all’apparenza offre posto per tutti. Uno di questi, seduto dall’alltra parte del tavolo, annegava i suoi dispiaceri in un sacchetto di biscotti della Nutella (il gioco è MIO, nessun altro può mangiare patatine al tavolo!); se da una parte il faina si crogiolava nel vedere i propri nemici friggere nell’incertezza, il biondo odiava quelle situazioni, e i suoi grugniti mi confermavano che si sarebbe ritirato sconfitto.

Almeno non dovevo preoccuparmi di una possibile alleanza dei due, che avrebbero potuto soffiarmi praticamente tutto il turno, ma nessuno si allea mai col faina

Ma torniamo a quel sorrisetto da cazzotto tra i denti, e al diavolo quelle bellissime illustrazioni puccettose di Naiade che fanno sembrare il tutto un gioco per orsetti gommosi. Dovevo segare le gambe al faina, cementare quello che rimaneva dei monconi e gettare la sua carcassa nel lago di Girla. Era chiaro che la mossa che avevo visto, l’aveva vista anche lui, e che avrebbe potuto rischiare un azzardo per soffiarmi smilzo e scannapapere, ma solo se io avessi rischiato a mia volta di fare lo stesso, altrimenti ci avrebbe rimesso lui.

Io sapevo che lui sapeva, e il suo sorrisetto mi diceva che lui sapeva che io sapevo che lui sapeva. Il problema era se il suo significato fosse stato che non avrebbe rischiato, sapendo che io non avrei rischiato, o se avrebbe rischiato sapendo che io avrei rischiato sapendo che lui sapeva e che non avrebbe rischiato sapendo che io sapevo e non avrei rischiato.

Ma forse lui avrebbe rischiato sapendo che io sapevo che lui sapeva e che quindi non… aaaaaAAAAAAAARRRRRRRRGGGGGGGHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Odio giocare a Xidit col faina.

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