The Crew

Quanti nickname hai? Io parecchi, fin da quando si chiamavano “soprannomi”. A volte sono solo sequenze di numeri e lettere a caso, giusto per non trovarti sotto casa l’energumeno con cui hai discusso su Facebook, ovviamente armato di spranga. Oppure la psicopatica di Instagram che colleziona criceti imbalsamati ed è sicura che tra te e lei sarà vero amore.
Altre volte, invece, hanno una storia, nata ere geologiche fa, quando facevo le superiori e c’erano ancora i triceratopi in giro. Io sono Neuro, Sguaro, Secchia, Grimm, Ottocento, La Mucca…. E Pollo. Ecco, tutti con la loro storia, ma questo mi è particolarmente caro.
Me lo ero beccato al terzo anno, perché facevo lo scemo per far ridere i miei compagni. Col tempo, Pollo era diventato tutt’uno con Nevio, specialmente nelle mitiche ore buche. Magicamente, ogni tanto un prof saltava e, guarda caso, qualcuno aveva sempre un mazzo di carte nello zaino.
Così il Pollo, il Cubo, il Pinez, lo Schello, ecc. si lanciavano in tornei di briscola o scopa d’assi dove il bello era scoprire che tra te e il tuo compagno di squadra c’era una intesa fenomenale. Lo guardavi e già avevi capito che carte aveva, l’altra squadra non aveva speranze. Se potevo, facevo squadra col Cubo, vittoria sicura.

Fonte immagini Boardgamegeek

Eh, ma oggi ci siamo evoluti… Basta con questi giochi triti e ritriti, finalmente c’è aria nuova! Per esempio, qualche giorno fa ho giocato online con alcuni amici a The Crew.
Un altro pianeta, in senso letterale. I giocatori sono il coraggioso equipaggio di una astronave, in viaggio verso il misterioso nono pianeta, che poi esploreranno. Ci saranno pericoli, imprevisti, colpi di scena. Trama avvincente, 50 missioni sempre più difficili…
Ok, cancellate tutto. Scherzavo. E’ una briscola. Hai le tue carte in mano, prende chi gioca la più alta dello stesso colore di chi ha iniziato. O se non ne ha, gioca una briscola appunto (le chiamano carte razzo).
O almeno, questo avevo pensato all’inizio, quando Andrea me lo ha proposto. Mi dispiaceva dar buca a lui e Danilo, così ho concesso loro qualche giro giusto per farli contenti, senza nemmeno cercare soprannomi che non c’era bisogno.

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La verità? L’astronave e la missione c’entrano ben poco, ma questo tossico gioco è ben più di una briscola. Non c’è solo da prendere, qui si vince in gruppo e il nemico è IL GIOCOVinci solo se fai prendere una determinata carta a uno specifico giocatore, non si può parlare. Al massimo puoi dare un indizio a partita.
Se prende la persona sbagliata, game over. Ma le partite durano una decina di minuti al massimo, quindi vuoi subito ritentare. Sono sicuro che da qualche parte, sulla scatola, c’è scritto “Avvertenza: può dare assuefazione. Non superare i dosaggi consigliati”
Come ogni buon tossico, però, io ho fatto finta di niente e sono andato avanti, lo sguardo vitreo. Finchè riecco spuntare, partita dopo partita, il mio ricordo delle superiori, con i miei compari, che più giocavi, più capivi come ragionavano anche senza dire nulla… Con The Crew, mi sono di nuovo trovato fra i banchi di scuola nell’ora buca, a giocare a squadre cercando il tempismo perfetto.

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Le missioni sono di difficoltà crescente: le carte da far prendere aumentano, poi hanno anche un ordine di presa, poi vietano a uno dei giocatori di prendere, poi devi prendere solo con carte di un certo valore, ecc.
Ma più giocavamo (vincendo o perdendo), più capivamo il gioco di ognuno. Il timido, lo spericolato, il calcolatore. E cominci a divertirti: prendi in giro quello perché ha giocato male, sfidi quell’altro a capire il tuo gioco, prendi a male parole il disgraziato che vi ha fatto perdere la partita… Ok, non si dovrebbe parlare, ma se non si ride e si scherza un po’, che gioco di società sarebbe?
Quando il limite di 10 missioni ci ha fermati, non vedevo l’ora di tentare la missione successiva ma con gli stessi amici, convinto che siamo un ottimo Crew. Oserei dire che dopo quella sera, ci conosciamo tutti un po’ meglio.

Ci ritroveremo online a breve per continuare, ma stavolta faremo sul serio: il Pollo e lo Squalo (io e mia moglie) ci sono. Serve solo un nick anche per gli altri due…

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The Crew è il fresco vincitore del prestigioso Kennerspiel des Jahres per il 2020, premio assegnato ai migliori giochi divisi per categoria. Edito in Italia da Giochi Uniti, richiede da 3 a 5 giocatori e una durata massima a partita di circa 20 minuti. Il gioco dà comunque il meglio in 4 giocatori, anche non esperti: la progressione delle
missioni nel gioco, permette a tutti di imparare la meccanica partendo dalle basi.
Trattandosi in sostanza di un mazzo di carte, ha un costo contenuto ed ha ottenuto ottime prevendite.

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